De Santis, Giuseppe – “Italiani, brava gente”

Un film da riscoprire, perché gli italiani sono davvero “brava gente”… non per specificità raziale, ovviamente, ma perché la Nazione è nata da millenni di riflessione, senso di giustizia e amore per la bellezza…

ITALIANI BRAVA GENTE
LIBRI E DOCUMENTI PER APPROFONDIRE
Segnaliamo qualche libro e qualche documento per ulteriori ricerche.
Innanzi tutto il libro dello storico appena nominato, Del Boca:Italiani, brava gente? Un
mito duro a morire, Neri Pozza, Vicenza, 2004
Carlo Spartaco Capogreco, I campi del duce. L’internamento civile dell’Italia fascista [1940-
1943], Einaudi, Torino, 2004.
Davide Rodogno
Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell’Italia fascista in Europa
(1940-1943), Bollati Boringhieri, Torino, 2003
Costantino Di Sante
Italiani senza onore. I crimini in Jugoslavia e i processi negati (1941-1951), Ombre Corte,
Verona,
Eric Salerno
Genocdio in Libria.Le atrocità nascoste dell’avventura coloniale italiana [1911-1931]
Manifestolibri, Roma, 2005
In questi libri si troverà l’ulteriore bibliografia di approfondimento.
Sui campi di concentramento di Arbe [Rab, isola oggi della Croazia] e di Gonars in Friuli
sono rivelatrici le testimonianze raccolte da Boris Mario Gombač per DEP Deportate, esuli
e profughe, Rivista telematica di studi sulla memoria femminile pubblicata dall’Università di
Venezia
Sulla medesima rivista uno studio particolarmente interessante intitolato: I bambini sloveni

nei campi di concentramento italiani (1942-1943) di Metka Gombač

Qui, di seguito, alcuni documenti sulla condotta dei comandi militari nelle zone
occupate della Jugoslavia.
L’impostazione ideologica è data da un breve trafiletto del quotidiano Il Piccolo di Trieste
che riporta le parole di Mussolini
settembre 1941: Direttive del Comando dell’XI Corpo d’Armata per stroncare le
azioni dei ribelli
COMANDO XI CORPO D’ARMATA
P.M. 46, li 4 settembre 1941 – Anno XIX
Ufficio operazioni
N. 02/7734
OGGETTO:Azione di elementi ribelli in territorio Sloveno.
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AL COMANDO DELLA 2^ ARMATA POSTA MILITARE
Sulla base dei recenti avvenimenti e di indagini compiute dai Comandi di G.U. dipendenti,
la situazione in Slovenia si può così concretare:
Data la difficoltà di ottenere fruttuosi risultati con il sabotaggio delle linee ferroviarie e
telefoniche (in due mesi, ad onta dei ripetuti tentativi, nessun treno è deragliato e qualche
sabotatore di linee telefoniche ci ha lasciato la vita) si è ora iniziata una serie di attentati
non più alle cose, ma alle persone.
Ne sono indici indiscutibili e recentissimi:

  • il lancio di una bomba a mano contro l’abitazione di un ufficiale del I battaglione di XXI
    settore di copertura;
  • i colpi di arma da fuoco sparati contro la sede dei CC.RR. di Turiak;
  • l’aggressione con armi da fuoco alla pattuglia in servizio di vigilanza lungo la linea
    ferroviaria, nei pressi di Verconico;
  • l’uccisione a S. Vid – Pri Sticni del S.Ten. ZANINI Livio e del soldato MATTIOLI
    Giuseppe della Div. “Isonzo” durante il loro servizio di ispezione notturna alla linea
    ferroviaria;
  • la deposizione di una bomba a percussione sul davanzale di una finestra dell’abitazione
    di due agenti sloveni.
  • Sento pertanto il dovere di prospettare a cotesto comando che, per far fronte alla
    situazione eccezionale creatasi in questa Provincia, e che non ha riscontro in
    alcun’altra provincia del Regno (esistenza di nuclei armati che agiscono con audacia,
    ferocia e disprezzo della vita, sabotaggi a linee ferroviarie, telefoniche e telegrafiche;
    aggressione contro militari ed agenti di P.S.; sputi contro ufficiali e sentinelle; intensa
    propaganda sovversiva), sono indispensabili provvedimenti eccezionali:
  • preventivi: ostaggi, estensione per la responsabilità per atti criminali alle autorità locali
    ed agli abitanti della zona;
  • repressivi: pene capitali, immediate, sul luogo stesso del delitto e senza seguire lunghe
    procedure giuridiche.
    Con l’astuzia che usano i delinquenti, la conoscenza perfetta della zona da parte loro,
    la vicinanza alla frontiera che valicano facilmente nei luoghi dove la sorveglianza non può
    essere estesa ed efficace, con la sicura omertà di gran parte della popolazione,
    l’abbattimento sul posto dei malfattori è difficile. E ciò per quanto siano stati dati ordini
    chiari in proposito, per quanto il nostro servizio sotto l’aspetto del cogliere sul fatto i
    colpevoli migliori sempre più.
    Però a qualche risultato si è giunti, il ferimento di qualcuno dei sabotatori (uno è
    stato ucciso colle pinze tagliafili telefonici in mano e dopo il taglio delle linee), l’arresto di
    parecchi individui nelle cui case, dopo accurati rastrellamenti, sono state trovate armi ed
    esplosivi, l’arresto di insultatori. Fra tutta questa gente vi sono elementi indubbiamente
    passibili – per la evidente contravvenzione ai bandi, alle leggi, ecc. – di punizioni che siano
    chiari esempi e moniti per gli altri; se si potesse darlo questo esempio, anche a costo di
    accentuare la severità si otterrebbe, ritengo, qualcosa di più in linee di sicurezza generale,
    di riduzione degli atti di sabotaggio e di limitazione dei delitti freddamente compiuti.
    Solo così – a mio parere – si potrà indurre la popolazione, che ritengo per buona
    parte tranquilla e non decisamente ostile, se non a cooperare per la cattura dei ribelli,
    almeno a separare la propria responsabilità da quella dei facinorosi e non a facilitarne
    ulteriormente – coi rifornimenti, col silenzio e col tacito appoggio morale, come ora
    avviene – l’esecuzione dei piani delittuosi.
    Mi permetto inoltre richiamare l’attenzione di cotesto comando sui seguenti fatti di
    alta importanza morale e politica:
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    1) – la continua progressiva diminuzione del prestigio delle nostre forze
    armate, che disponendo di divisioni in pieno assetto di guerra, non
    possono reagire con la dovuta severità alla uccisione e al ferimento di
    soldati e ufficiali;
    2) La voce sempre più diffusa ed accreditata, oltre frontiera germanica, che la
    centrale direttiva ed organizzatrice di tutti questi atti di sabotaggio, non
    solo in Slovenia, ma anche nei territori confinanti, trova sede nella
    provincia di Lubiana, per una azione preventiva e repressiva assolutamente
    insufficiente per cause varie, facenti però – nel complesso – tutte capo al
    fatto delle applicazioni giuridiche e giudiziarie normali in un ambiente come
    questo scaldato agitato, in certi strati addirittura pervicacemente,
    violentemente ostile.
    3) Del contenuto della presente lettera darò conoscenza verbale all’Alto
    commissario per la Provincia di Lubiana.
    IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA
    COMANDANTE
  • Mario Robotti –
    Fonte: Archivio INZ, f. 656/II it, Zbornik NOV, VI/1, doc.149

8 settembre 1941: Direttive del Comando dell’XI Corpo d’Armata per i
provvedimenti contro le azioni dei ribelli
COMANDO XI CORPO D’ARMATA
P.M. 46, li 8 settembre 1941 – Anno XIX
Ufficio operazioni
N. 02/7820
OGGETTO: Azione di elementi ribelli in territorio Sloveno.
AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA “GRANATIERI DI SARDEGNA”
AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA “ISONZO”
AL COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA XI C.A.
AL COMANDO ARTIGLIERIA XI CORPO D’ARMATA
AL COMANDO GENIO XI CORPO D’ARMATA
AL COMANDO XI BATTAGLIONE GUASTATORI
Da alcuni giorni l’azione di elementi sovversivi, non potendo ottenere risultati efficaci con
il sabotaggio delle linee ferroviarie e telefoniche, si è rivolta verso le persone.
Ne sono prove indiscutibili:

  • l’attentato della notte del 2 corr. ad una pattuglia nei pressi di St. Vid in cui sono stati
    uccisi un ufficiale ed un soldato;
  • l’attentato del 2 corr. lungo la strada Crnomelj – Griblje in cui due militari confinari
    sono stati uccisi ed altri tre feriti.
    Ribadisco la necessità di reagire con la massima energia, la massima severità contro
    l’azione di questi assassini comunisti.
    Sia rappresentato ancora a tutti i militari dipendenti che siamo sempre in guerra e
    che in Slovenia il fatto di non essere in guerra guerreggiata non esclude la forma accanita
    e violenta che praticano i lividi elementi comunisti nella folle speranza di aiutare il
    bolscevismo operante ripetutamente battuto. Ogni operazione di servizio sia quindi
    improntata, in ogni luogo, in ogni ora della giornata e della notte alle complete misure
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    necessarie, a tutti gli accorgimenti di sicurezza da adottare in paese ostile. Solo così la vita
    dei nostri ufficiali e dei nostri soldati potrà essere tutelata al massimo possibile e l’azione
    che il momento richiede – una vera azione tattica, per ogni manifestazione di truppa per
    O.P. – potrà dare frutti efficaci.
    La reazione sia quindi – ripeto – sempre decisa ed estrema contro ogni tentativo di
    aggressione.
    E’ meglio che qualcuno di questi elementi comunisti paghi, anche se non
    apertamente e completamente colpevole, piuttosto che i nostri soldati debbano continuare
    a subire la loro azione sabotatrice.
    Avranno sempre il mio pieno appoggio coloro i quali, non soltanto nella repressione,
    ma anche nella prevenzione verso i malintenzionati, agiranno con la dovuta energia.
    IL GENERALE DI CORPO D’ARMATA
    COMANDANTE
  • Mario Robotti –

Fonte: Archivio INZ, f. 656/II it, Zbornik NOV, VI/1, doc.156

28 ottobre 1941: Disposizioni dell’Alto Commissario per la provincia di Lubiana
circa le modalità e la collaborazione fra Esercito e Polizia nel mantenimento
dell’ordine pubblico.
REGNO D’ITALIA
ALTO COMMISSARIATO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA
Lubiana, 28 ottobre 1941 – Anno XIX
Ufficio: SEGRETERIA PARTICOLARE
N. 96/6/Ris. OM
OGGETTO: Collaborazione fra le Forze Armate e quelle di Polizia.
AL COMANDO DELL’XI CORPO D’ARMATA POSTA MILITARE 46
e per conoscenza
AL MINISTERO DELL’INTERNO – GABINETTO ROMA
AL MINISTERO DELL’INTERNO Direzione Generale di P.S. ROMA
AL COMANDO DELLA 2^ ARMATA POSTA MILITARE 10
Con riferimento ai poteri di Governo conferitomi dal R. Decreto 3 maggio 1941/XIX,
quale Alto Commissario di questa Provincia, considerata la particolare situazione politica
del territorio, in relazione all’accentuarsi di attentati da parte di terroristi isolati o riuniti in
gruppi, ho disposto perché fossero al massimo intensificate le misure di prevenzione e di
repressione già adottate dai competenti organi di polizia con i seguenti provvedimenti:
1) Intensificazione del servizio di sorveglianza e di pattugliamento nel
capoluogo e negli altri centri abitati, con ispezioni agli esercizi pubblici e
largo uso di perquisizioni personali;
2) istituzione di un severo servizio di controllo alla cinta periferica della città
di Lubiana, onde evitare i contatti fra gli elementi comunisti o comunque a
noi contrari qui residenti ed i terroristi. Verranno effettuate perquisizioni a
persone ed a mezzi di trasporto;
3) posti di blocco volanti in varie località della Provincia;
4) istituzione di nuclei mobili costituiti da CC.RR., agenti di P.S. con cani
poliziotti e integrati da CC.NN. con il compito di effettuare vari servizi di
squadriglia anche notturni, nelle zone dove i terroristi si aggirano o si
nascondono.
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A tale scopo è stato messo a mia disposizione un battaglione di CC.NN.
che giungerà a Lubiana il 4 novembre.
Le squadriglie avranno armamento e forze adeguati al compito a loro
affidato.
5) espulsione o internamento di tutti gli ebrei e cittadini di stati nemici,
residenti nella Provincia;
6) adozione di provvedimenti di polizia a carico degli elementi sospetti o
indesiderabili;
7) anticipo del coprifuoco dalle ore 21 alle ore 5 nel capoluogo e dalle ore
20.30 alle ore 5 negli altri centri della Provincia, con la conseguente
chiusura, mezz’ora prima dell’inizio, di tutti gli esercizi pubblici;
8) intensificazione dell’opera di propaganda in contrapposto a quella a noi
contraria;
9) divieto di circolazione degli automezzi dalle ore 19 alle ore 7;
10) intensificazione del ritiro di apparecchi radio-riceventi a tutte le persone
sospette;
11) confema delle disposizioni, già vigenti, riflettenti la targatura delle
biciclette;
12) intensificazione del servizio di vigilanza sulla linea di frontiera.
13) In considerazione di quanto sopra ritengo opportuno quanto segue:
14) a) – Che i servizi di vigilanza e di ordine pubblico siano ordinati e
coordinati dall’autorità di P.S. responsabile, in base alle disposizioni in
vigore, con l’ausilio delle Forze Armate allorquando verrà richiesto. Sono
naturalmente esclusi tutti i servizi di vigilanza agli edifici, opere militari e
linee ferroviarie devoluti all’Autorità Militare.
15) b) – Pur ritenendo preziose le operazioni di rastrellamento che le Forze
Armate con tanto impegno e proficui risultati hanno effettuato ed
effettuano contro bande di terroristi, ritengo sia necessario:
Per i casi in cui l’operazione deve aver luogo immediatamente, per reazione o
notizie ricevute circa la presenza di terroristi in determinate zone, che sia
provveduto e notizia al più presto possibile alla più vicina autorità di P.S. o arma dei
CC.RR.
II. Nel caso in cui le operazioni non siano di urgente attuazione, concordarle
preventivamente con la competente autorità di P.S. onde evitare spiacevoli incidenti
in relazione agli altri servizi analoghi da quest’ultima disposti.
In ogni caso premurarsi di comunicare alla competente autorità di P.S. i
risultati raggiunti e tutti quegli elementi che possono essere utili, mettendo inoltre
immediatamente a disposizione dell’autorità stessa eventuali arrestati o fermati.
E’ opportuno ancora che i nuclei CC.RR. addetti alle grandi unità svolgano
esclusivamente quei compiti a loro affidati dalle disposizioni in vigore.
Ho confermato tutte le disposizioni verbalmente impartite all’atto della mia
nomina ad Alto Commissario circa il deciso, intelligente ed immediato uso delle armi
contro chiunque tenti di perturbare, con atti, contro persone o cose, l’ordine
pubblico.
Mentre mi riservo di precisare i compiti particolari che verranno man mano
affidati agli organi di Polizia dipendenti e di concordare con codesto Comando
l’ulteriore sviluppo delle operazioni di rastrellamento per la tutela dell’ordine
pubblico da parte dei reparti delle Forze Armate, sono sicuro di poter contare sulla
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piena collaborazione di codesto Comando stesso per il raggiungimento dello scopo
comune che intendiamo perseguire e cioè la distruzione dei nuclei armati terroristi
ed il ristabilimento della più completa tranquillità a tutela anche della Popolazione
della Provincia.
Sarò grato se codesto Comando vorrà cortesemente impartire opportune
direttive a quelli dipendenti in merito a quanto sopra esposto.
L’ALTO
COMMISSARIO
(Emilio Grazioli)
Mussolini, capo del Governo e Comandante supremo delle FF.AA., in occasione
dell’anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, tenne il 10
giugno 1941 un discorso alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni nel quale, a proposito
della parte meridionale della Jugoslavia, disse: “Noi avremmo potuto, volendo, spingere i
nostri confini dai Velebiti alle Alpi albanesi, ma avremmo, a mio avviso, commesso un
errore. Senza contare il resto, avremmo entro le nostre frontiere parecchie centinaia di
migliaia di elementi allogeni, naturalmente ostili. Ora la storia antica, ma sopratutto la
recente, dimostra che gli Stati devono tendere a realizzare il massimo della loro unità
etnica e spirituale in modo da far coincidere a un certo punto i tre elementi: razza,
nazione, Stato. Gli Stati che si caricano di troppi elementi alloglotti hanno una vita
travagliata. Può essere talvolta inevitabile di averli per ragioni supreme di sicurezza
strategica: bisogna adottare verso di essi un trattamento speciale, premesso, bene inteso,
la loro assoluta lealtà di cittadini verso lo Stato. Comunque, quando l’etnia non va
d’accordo con la geografia, è l’etnia che deve muoversi; gli scambi di popolazioni e l’esodo
di parti di esse sono provvidenziali, perché portano a far coincidere i confini politici con
quelli razziali”.
(“Il Piccolo” di Trieste, 11 giugno 1941).
STRALCIO DELLE COMUNICAZIONI VERBALI FATTE DALL’ECC. ROATTA
NELLA RIUNIONE DI FIUME DEL GIORNO 23-5-1942
“Il DUCE è assai seccato della situazione in Slovenia perchè Lubiana è provincia italiana.
/…/
Anche il Duce ha detto di ricordarsi che la miglior situazione si fa quando il nemico è
morto. Occorre quindi poter disporre di numerosi ostaggi e applicare la fucilazione tutte le
volte che ciò sia necessario.
/…/
L’Ecc. Roatta esprime il suo pensiero nei riguardi del sistema da usare per risolvere la
situazione in Slovenia:
1) – Chiudere la frontiera con la provincia di Fiume e con la Croazia, specialmente nella
zona di Gorjanci.
2) Ad oriente del vecchio confine sgombrare tutta la regione per una zona di una
profondità variabile (3-4 km.). In tale zona sarebbe interdetta qualsiasi circolazione
tranne che sulle ferrovie e sulle strade di grande comunicazione. Apposite pattuglie
in servizio di vigilanza aprirebbero senz’altro il fuoco contro chiunque.
Il Duce concorda nel concetto di internare molta gente – anche 20-30.000 persone.
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Si può quindi estendere il criterio di internamento a determinate categorie di persone.
Ad esempio: studenti. L’azione però deve essere fatta bene cioè con forze che limitino le
evasioni.
/…/
Il C. d’A. in base alle direttive suesposte dovrà compilare uno studio, da presentare
entro 3-4 giorni, dal quale risulti:
1) – zone da sgomberare dalla popolazione, indicando l’entità della popolazione da
internare, suddivisa in famiglie (per categorie);
2) quali altri provvedimenti sono ritenuti necessari;
3) intenzioni operative nei vari stadi della situazione.
/…/
4) Ricordarsi che tutti i provvedimenti di sgombero di gente, li dovremo fare di
nostra iniziativa senza guardare in faccia nessuno.
5) Provvederà l’Ecc. Roatta ad informare le autorità politiche superiori.

T E L E G R A M M A /
S Lubiana da Sussa Nr. 5071 P.R. 186 H 2/6 42 ore 16/30
DA SUPERSLODA
AT COMANDO XI CORPO D’ARMATA
Nr. 5071. Si trasmette per conoscenza seguente telescritto inviato at Comando
Supremo: “In previsione future necessità Slovenia, et ad ogni buon fine, giudico
necessario che vengano predisposti nel Regno campi di concentramento per ventimila
persone. Una parte, capace complessivamente di 5000 maschi adulti, servirebbe per
individui internati per motivi di ordine pubblico, et dovrebbe perciò avere carattere simile
at campi prigionieri. Altra parte, capace complessivamente di 15000 persone, compresi
donne et bambini, servirebbe per popolazioni da sgomberare da determinate zone (come
per esempio dai tratti ferrovia, et lungo frontiera) at titolo precauzionale. Propongo, che
case e beni rurali di ribelli vengano assegnati at famiglie dei nostri caduti et a nostri feriti
nelle azioni in Slovenia, facendo tramutamenti in modo da costituire nuclei rurali tutti
italiani di ex combattenti, sopratutto at cavallo linee comunicazioni et presso frontiere. Si
tratta solo di una idea, da perfezionare.
d’ordine
Capo di Stato maggiore
Va bene. In attesa diciamo alle 4 divisioni (G.A.F. compresa) che incomincino a
preparare tali sgomberi:
a) fissando i paesi e le zone da sgomberare (fasce lungo le linee di confine
ed eventualmente qualche località interna). Base di massima: 8000
Orlando, 3000 Danioni, 6000 Coronati, 4000 Quarra;
b) propongo subito di preparare a sgomberare a Gonars gli uomini (studenti
e disoccupati) dei quali è urgente lo sgombero.
3 VI m
Logico ed opportuno che campo di concentramento non significhi campo
d’ingrassamento. Individuo malato = individuo che sta tranquillo.
Ad ogni modo alla lettera rispondere “prendo atto – comunicherò arrivi.”
Praticamente faremo poi ciò che ci sembrerà meglio.
Gastone Gambara
Appunto a mano da riprodurre
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COMANDO XI CORPO D’ARMATA
IL CAPO DI S.M.
Le condizioni da deperimento dei liberati di Arbe sono verramente notevoli – ma
Supersloda da tempo sta migliorando le condizioni del campo. C’è da ritenere che
l’inconveniente sia praticamente eliminato.
Negli altri campi le condizioni di vita sono molto migliori.
Avvertiamo A.C. solo per quelli che tornano da Arbe.
Rispondere in tal senso, senza polemizzare.
COMANDO 209 SEZIONE MISTA CARABINIERI REALI
P.M., lì 3 gennaio 1943-XXI
No. I/I di prot.. div. SEGRETO
Oggetto: Relazione quindicinale sullo spirito e sul morale delle truppe e delle popolazioni
AL COMANDO DEI CARABINIERI REALI DELL’XI CORPO D’ARMATA SEDE
/…/
Ma è generale un senso di paura per le azioni di rappresaglia e per le eventualità di
essere inviati nei campi di concentramento, ove la vita è davvero grama e fiacca il corpo e
lo spirito. Particolarmente nel campo di Arbe, le condizioni di alloggiamento e del vitto
sono quasi inumane: viene riferito che frequenti sono i casi di morte, gravi e
frequentissime le malattie: certo è che gli internati, reduci dal campo di Arbe si presentano
in misere condizioni fisiche e dal morale abbattuto. Dagli stessi internati vengono fatti
accenni circa gravi sospetti di irregolarità amministrative e di abusi da parte del personale
addetto a tale campo, nonchè di quelli stessi internati che pur essendo indubbiamente i
peggiori elementi, sono riusciti a procacciarsi dei comodi posti (cucina), dai quali traggono
larghi mezzi di sussistenza personale e possibilità di facili e illeciti guadagni.
IL CAPITANO
Giovanni De Filippo