“Dove si annida la notte”, introduzione – Romanzo di passioni e di azione di Salvatore Paolo Garufi Tanteri (sarà presentato nel corso della manifestazione “Un bellissimo novembre, a Caltagirone…”)

Salvatore Paolo Garufi Tanteri
DOVE SI ANNIDA LA NOTTE
Romanzo
Militello in Val di Catania 04/01/2019  
Un’opera di Diana COATU, (Sibiu, Romania)

La Casa del Sogno Antico

n. 2

Introduzione

In fin dei conti, la meccanica quantistica ripropone l’unitarietà della conoscenza, il che ci farebbe tornare a molti entusiasmi rinascimentali.

Infatti, dal pieno estremo di un buco nero – che viene a coincidere col sostanziale vuoto, dato che vi scompare pure la luce – arriva a costituirsi l’intero universo.

E, quindi, le forme nello spazio e nel tempo (nate dal variegato combinarsi di sub-atomiche  energie) altro non sono che mere rappresentazioni, o meri fenomeni (Schophenauer).

In altre parole, possiamo dire che l’empirìa e la materia tanto deificata dagli scientisti sono la parte percepibile di vibrazioni intorno al tutto e al nulla.

Il reale è lo svolgersi di un discorso metafisico, è il Vangelo che l’uomo volgare non sa leggere.

Da sempre lo abbiamo davanti agli occhi, ma la pigrizia mentale ci rende ciechi.

Con buona pace degli atei, le cose – ed anche noi siamo una “cosa” – obbediscono alla logica di un Dio che sicuramente c’è.

Ma quel Dio, direbbe Sant’Agostino, sta pure – e per intero – dentro di noi.

Nello svolgersi del pensiero, ognuno di noi – e l’unico Dio che tutto governa – ricrea l’universo.

Allo stesso modo, in un libro, in un quadro, in uno spettacolo si mettono in moto i campi energetici dei sentimenti e nella loro rete di vibrazioni e relazioni gli universi estetici nascono e ci affascinano.

Senza più tempo.

Senza più spazio.

I punti di vista dell’arte, perciò, in fin dei conti, sono delle vere e proprie messe in ordine negli arcipelaghi degli universi compiuti.

Prima le implosioni delle emozioni nei buchi neri degli Io e quindi la corona di campi energetici. Infine, ecco il big bang e il distendersi di compiuti sistemi solari.

L’arte, così, è una e molteplice in un sistema di scatole cinesi.

A dar regole e sviluppi a dipinti e racconti ci sono i “valori”, cioè gli “imperativi categorici” (il primo in assoluto è il bisogno di conservare la coscienza della vita) che, come la forza di gravità, mette in equilibrio il tutto.

In questo modo nascono le “mentalità” che caratterizzano le epoche, i luoghi, i singoli indiovidui.

Conseguentemente, ciò che vediamo non è il mondo, ma il “teatro del mondo”.

Ecco perché storia e sistemi sociali – almeno così li chiama l’uomo volgare – dovrebbero essere studiati come si studia il movimento nel concetto quantistico della fisica.

In ogni caso, si deve risalire con rigore logico a più punti di vista possibili e identificare le “energie iniziali” da cui tutto proviene (le chiameremo i “quanta” dell’arte).

Ciò che segue, perciò, vuol essere cronaca e dimostrazione di come gli uomini cambiano continuamente il loro universo e non soltanto il modo di vestire, di parlare, di pensare il bene ed il male…

Per esempio, la missione a Malta di un’ormai dimenticato sgherro del Sedicesimo secolo dopo Cristo, certo mastro Rodrigo Borina – e qui cominciamo la dimostrazione delle teorie appena esposte – fu conseguenza dei sanguinosi fatti che accaddero in contrada Fildidonna, nel feudo di Militello nel Vallo di Noto, quando le trame del marchese Nicolao Melchiorre Branciforti contro il barone Antonio Piero Barresi si fecero aggressive, inaspettate, aggiranti, micidiali…