S. P. Garufi Tanteri: Bianca Garufi, la Leucò di Cesare Pavese che con lui, a quattro mani, scrisse il romanzo “Fuoco grande”
Le poesie del disamore furono ispirate a Cesare Pavese da una mia omonima originaria della Costa jonica siciliana come me (e credo che i Garufi siamo un unico ceppo). Troppo bella e troppo cinica per non far soffrire il malcapitato che si innamorò di lei. Straordinaria traduttrice e buona scrittrice, mi ripropongo di studiarla meglio.
Salvatore Paolo Garufi Tanteri
Bianca Garufi
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Bianca Garufi (1918 – 2006), scrittrice, poeta e psicoanalista italiana.
- [A proposito di Maratea] – È un paese meraviglioso, – disse Giovanni guardando la valle.
– È magnifico, – io replicai. – Non c’è nessun altro luogo che io conosca che sia valido in me come questo che vedi. I colori, l’aria di questa terra, il paesaggio cosi combinato. I colori soprattutto, sono colori primordiali.[1] - [A Cesare Pavese] Tu sei padronissimo di scrivermi la solita lettera cinica arcigna desesperada e angolosa.[2]
Citazioni su Bianca Garufi[modifica]
- Crudele lo sono ancora certamente, se crudeltà si può chiamare il normale contegno di chi rispetta le donne al punto di non volerne sapere di loro. […] Per guarire da ogni nostalgia amorosa non c’ è che sperimentare d’essere amato o voluto o bramato o quello che vuoi, da una persona che ci dia ai nervi. (Cesare Pavese)
- Io trovo molto bello questo maltrattarci insaziabile […] siamo una bellissima coppia discorde. (Cesare Pavese)
Note[modifica]
- ↑ Da Fuoco grande, con Cesare Pavese, Einaudi, 1959.
- ↑ Dal carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi.